- 1. Contatto con il momento presente - prestare attenzione consapevolmente alla nostra esperienza qui ed ora, invece di “viaggiare nel tempo” con i pensieri o azionare il pilota automatico
- 2. Defusione – osservare il lavoro della nostra mente “da fuori”, vedere i pensieri per quello che sono: parole o immagini
- 3. Accettazione – fare spazio a sensazioni, sentimenti, emozioni spiacevoli invece di lottarvi contro
- 4. Sé come contesto – quella parte di noi che è consapevole di qualsiasi cosa stiamo pensando, sentendo o facendo in ogni momento; il sé che osserva
- 5. Valori – di cosa vorremmo che fosse fatta la nostra esistenza; le cose che contano veramente; le direzioni che vogliamo dare alla nostra vita
- 6. Azione impegnata – “fare quello che serve”, le azioni necessarie ed efficaci per vivere secondo i nostri valori
giovedì 2 febbraio 2012
ACT. La terapia dell'azione! di Jolanta Burzynska
Acceptance & Commitment
Therapy (ACT) appartiene al filone delle psicoterapie cognitivo comportamentali
di terza generazione basate su mindfulness.
Le sue componenti esistenziali, spirituali e umanistiche: l’importanza dei valori
per la motivazione al cambiamento, l’enfasi sull’accettazione, sulla
compassione e sull’esperienza qui e ora, le hanno valso l’appellativo di “terapia
umanistica esistenziale cognitivo comportamentale”.
A differenza delle terapie cognitivo comportamentali
tradizionali, ACT non si propone di cambiare direttamente gli eventi
psicologici interni (pensieri, emozioni, ecc.) ma punta a modificare la loro
funzione e il rapporto che la persona ha con essi, usando le strategie come la
defusione cognitiva, l’accettazione e mindfulness.
Lo scopo della terapia è incrementare la flessibilità psicologica
dell’individuo in modo che possa vivere la propria vita in maniera consapevole
secondo i suoi valori, nel momento presente, in contatto con le emozioni e le
sensazioni corporee, malgrado tutte le difficoltà contingenti , o le esperienze
dolorose inevitabili.
La filosofia della scienza alla quale l’ACT si ispira è il contestualismo funzionale e la sua base
teorica poggia sulla Relational FrameTheory (RFT), una moderna teoria sull’analisi
comportamentale del linguaggio e della cognizione. Secondo RFT l’abilità del
linguaggio propria della specie umana è all’origine di due principali fattori psicopatologici: la fusione cognitiva e l’evitamento esperienziale.
Quando la relazione con le proprie esperienze interne è caratterizzata
dalla fusione , cioè identificazione
con i propri pensieri, emozioni , sensazioni, questi vengono percepiti dal paziente come “sintomi”
da evitare o combattere. La fusione cognitiva esprime la tendenza del
linguaggio a dominare il comportamento umano.
L'evitamento esperienziale significa la non disponibilità dell’individuo
a stare in contatto con le proprie esperienze interne. Il paziente giudica come
pericolose o patologiche le proprie emozioni (ansia, paura, rabbia), i propri pensieri (critici, svalutativi) o le sensazioni
corporee (respiro accelerato, sudorazione, arrossamento) e cerca di liberarsene
mettendo in atto varie strategie di controllo, che spesso non fanno che
aumentare la sofferenza. Per esempio nel
Disturbo Ossessivo Compulsivo il
tentativo di controllare i processi cognitivi alimenta l’ansia e la presenza
intrusiva dei pensieri indesiderati.
La restrizione
comportamentale è la conseguenza del evitamento e della fusione. Per non affrontare l’esperienza interna spiacevole l’individuo rinuncia
ai propri obiettivi, al perseguimento dei valori, mentre le opzioni di scelta diventano
sempre più limitate, diminuisce la libertà di decidere e la qualità della vita peggiora
progressivamente.
I processi terapeutici fondamentali dell’ACT:
Gli strumenti:
ACT è una terapia molto attiva, utilizza nelle sedute numerosi
esercizi esperienziali, metafore, abilità di mindfulness, esposizione, skill
training. Può integrare ogni processo di cambiamento comportamentale preso in prestito da altri approcci, per esempio alcune tecniche gestaltiche, a
condizione che abbiano un razionale all’interno del trattamento.
Il terapeuta adopera le schede, i questionari, i filmati, i
disegni. Deve essere flessibile e dotato di una buona dose di creatività e di
capacità dell’improvvisazione. Al paziente viene richiesto un impegno
consapevole e attivo attraverso esercizi, compiti, esposizioni e “azioni impegnate” da eseguire a casa.
Gli ambiti dell’intervento:
ACT può essere
praticata in setting individuale o in gruppo e può essere applicata
praticamente a ogni tipologia del disturbo, dato che sfrutta i processi naturalmente
presenti in tutti gli esseri umani. Esistono gli studi comprovanti l’efficacia
dell’ACT in molte condizioni cliniche,
come:
·
Fobia Sociale
·
La Depressione Maggiore
·
L’abuso di sostanze
·
Il Disturbo d’Ansia Generalizzato
·
Il Disturbo Ossessivo –Compulsivo
·
Il Disturbo di Personalità Borderline
·
Tricotillomania
·
Il dolore cronico
·
La gestione del diabete
Bibliografia
scientifica:
-Hayes, S.C., Strosahl, K.D., Wilson, K.G.
(1999) Acceptance and commitment therapy: An experiential approach to behaviour
change. New York: Guilford Press
-Bulli, F., Melli,
G.,(a cura di) (2010) Mindfulness&Acceptance in psicoterapia.Firenze:
ECLIPSI
-Russ,H. (2011) Fare
ACT. Milano: FrancoAngeli
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