martedì 21 aprile 2009

Come funziona la psicoterapia? di Silvia Foschetti

Alla base della sua efficacia sta il presupposto che la personalità degli individui si formi da un'interazione fra il bagaglio genetico e l'esperienza che ciascuno fa quando le strutture mentali sono ancora molto plastiche, cioè nel periodo che va dall'infanzia alla fine dell'adolescenza. In base a questo presupposto si sostiene che, se in seguito ad esperienze disfunzionali o dannose un individuo non ha potuto svilupparsi liberamente e autenticamente, a contatto con uno psicoterapeuta, in grado di porsi esclusivamente in funzione della crescita dell'altro, tale individuo ritroverà la strada per diventare veramente quello che è.

In generale la psicoterapia è l'intervento d'elezione nel caso in cui il disagio (in presenza o assenza di sintomatologia) sia pervasivo, duraturo e scarsamente o per niente flessibile e sia correlato a disfunzionalità intrapsichiche e interpersonali strutturate e complesse.
La psicoterapia non si applica soltanto sulla psicopatologia e sui disturbi della personalità, ma anche sulle crisi e rotture degli equilibri esistenziali che comunemente capitano durante il corso della vita, e per affrontare le quali in quel momento l'individuo sente di non avere risorse a disposizione (in questo caso corrisponde più ad un percorso di Counseling), oppure è molto efficace anche per chi, pur non avendo patologie specifiche, ha bisogno di fare un percorso di crescita evolutivo per diventare veramente se stesso.

Oltre ad una formazione basata sul "saper essere" in una sana relazione con l'altro (poichè egli stesso ha seguito almeno un percorso personale di psicoterapia), uno psicoterapeuta è anche formato sul piano del "saper fare", cioè del saper utilizzare le tecniche a volte indispensabili per affrontare una sintomatologia cronicizzata. A questo riguardo si è aperto il dibattito, fra i differenti indirizzi psicoterapeutici, su quale siano le tecniche più efficaci.

Fortunatamente in seguito, a partire dagli anni '80 negli USA, si è passati dai tentativi di dimostrare il primato di un modello teorico-operativo rispetto agli altri a mettere in evidenza ciò che di efficace risiede in ciascuno di essi. Viene così data rilevanza ai fattori comuni come determinanti nella riuscita dell'intervento di Psicoterapia. La più importante ricerca è stata effettuata nel '95 dal Consumer Reports (Rivista dei consumatori statunitensi) su 4000 persone che"negli ultimi tre anni avessero avuto stress o altri problemi emotivi per cui avevano cercato aiuto da una qualsiasi delle seguenti categorie di persone: amici, parenti o un membro della chiesa; un professionista della salute mentale; il medico di famiglia; un gruppo di supporto".
Tra i risultati è emerso che: nessuna modalità specifica di psicoterapia ha funzionato meglio di un'altra per qualsiasi problema.

Fortunatamente il generale declino della lotta ideologica tra orientamenti differenti ha favorito il confronto tra le diverse teorie e modi di fare terapia e in questo ambito si è sviluppato un dibattito su quali siano i fattori che rendono efficace la psicoterapia. Le ricerche sui fattori comuni hanno preso il via dal riscontro dell'insostenibilità dell'efficacia assoluta di un trattamento rispetto a un altro, per cui l'attenzione si è orientata a quei processi di cambiamento che attraversano in modo trasversale tutti i modelli terapeutici. Il principale fattore comune risiede nella qualità della relazione, determinata dal clima di accoglienza e fiducia, dalla corrispondenza delle aspettative psicoterapeuta-cliente e dall'alleanza collaborativa motivazionale.
Ecco dunque che si fa strada il movimento per l'Integrazione.

autore: Dott.ssa Silvia Foschetti
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