martedì 25 settembre 2012
Autostima e Relazioni Affettive di Silvia Foschetti
Cos’è l’Autostima
L’autostima è un senso soggettivo e duraturo di
autoapprovazione del proprio valore personale basato su elementi cognitivi,
affettivi e valutativi. L’autostima inizia a svilupparsi nell’infanzia e si alimenta
con le esperienze di vita. Funziona da supporto interno, perciò sostiene senza
il costante bisogno dell’appoggio esterno
L’autostima si forma in seguito alla conoscenza e corretta
valutazione delle proprie capacità e dei propri limiti e all’accettazione di
entrambi
Perché è difficile conoscersi, valutarsi correttamente ed
accettarsi?
L’immagine che ognuno ha di sé è un mosaico che lentamente
prende forma in base alle risposte che riceviamo dagli altri e dall’ambiente.
Ma spesso, durante lo sviluppo, questo delicato processo viene ostacolato dalle
aspettative e critiche esterne che ci spingono ad essere come altri vogliono e
non come realmente siamo o stiamo diventando. Così cominciamo a valutarci sulla
base dei giudizi altrui e non di quello che ci dice la nostra esperienza
Perché è importante
avere una buona autostima per avere relazioni soddisfacenti?
•
Perché preserva dal rischio di ricercare nell’altro la
fonte della propria accettazione
•
Perché solo se conosciamo noi stessi possiamo trovare
la persona adatta a noi
•
Perché solo se vogliamo bene a noi stessi possiamo
trovare chi ci vorrà bene
•
Perché solo se sapremo stare in contatto con le nostre
emozioni, bisogni e desideri saremo in grado di fare richieste chiare all’altro
•
Perché solo se ci saremo separati dalle precedenti
relazioni saremo in grado di stare davvero in contatto con l’altro
L’individuazione di
sé
Non ci si può unire in modo soddisfacente se prima non ci si
è separati. Quanto più un legame significativo (es. genitore-figlio, la
relazione precedente) sopravvive sulla base di bisogni in parte insoddisfatti,
tanto più tende a ripetersi nei confronti delle nuove figure di riferimento e a
costruire aspettative di compensazione.
Potresti avere
problemi di Autostima se…
…hai la tendenza a focalizzare l’attenzione sui tuoi errori
e fallimenti, difficoltà a riconoscere le tue capacità e a conservare il
ricordo dei successi conseguiti. Se tendi a vivere con l’attenzione rivolta
eccessivamente al passato o al futuro invece di impegnarti per migliorare il
tuo presente
…dubiti della tua adeguatezza e ritieni di non meritare il
benessere e la felicità.
Con una sana
autostima si è molto più inclini ed aperti a creare relazioni nutrienti e
costruttive. L’autostima non è una conseguenza dell’amore; ne è piuttosto un prerequisito
fondamentale
Autostima e Intimità
Una buona Autostima consente di entrare e uscire dalla
relazione affettiva, ciò significa imparare a gestire la dimensione Autonomia/Intimità
piuttosto che quella Simbiosi/Distacco
La Dott.ssa Silvia Foschetti, psicologa psicoterapeuta (Firenze, Fiesole) conduce:
Il Laboratorio di Gruppo di Crescita Personale
Autostima e Relazioni Affettive
Una buona stima di sé è il fondamento di una sana vita di coppia
Presentazione del Corso Il primo incontro servirà a costruire la dimensione di gruppo e a definire la cornice di riferimento per consentire il raggiungimento degli obiettivi. Una breve spiegazione del significato di Autostima servirà ai partecipanti ad osservare se stessi facendo riferimento agli elementi che compongono il senso soggettivo e duraturo di autoapprovazione del proprio valore personale – cioè appunto l’Autostima –, alle modalità con cui questa può svilupparsi e a quelle che invece ne ostacolano la costruzione. Inoltre la conduttrice, attraverso domande mirate, offrirà ai partecipanti delle griglie di riferimento per poter esaminare se stessi e utilizzare strumenti utili per conoscersi e valutarsi correttamente.
Nei successivi incontri a turno chi vorrà potrà parlare del proprio bisogno o della propria difficoltà in relazione al tema e il conduttore lo agevolerà in un lavoro di elaborazione/comprensione della problematica al fine di dare avvio al processo di cambiamento. La modalità di lavoro si avvale prevalentemente di tecniche rogersiane e gestaltiste e consiste in un lavoro individuale in gruppo, nel senso che ciascuno a turno lavora con il conduttore, mentre gli altri ascoltano in silenzio. Questi, alla fine del lavoro individuale, possono intervenire per offrire – secondo specifiche modalità di comunicazione – confronto, feed-back e risonanze personali, dalle quali può prendere spunto un nuovo lavoro.
Obiettivi del Corso
- Acquisire maggior consapevolezza delle personali problematiche relative all’Autostima con particolare riferimento alle implicazioni nelle relazioni affettive
- Sviluppare la consapevolezza personale e il contatto con le proprie emozioni, sensazioni e desideri
- Avviare o proseguire il processo di individuazione personale e di distinzione fra i propri bisogni e percezioni e quelli degli altri
- Porre le basi per creare o consolidare relazioni affettive serene e soddisfacenti
Destinatari
Il Gruppo e' rivolto a coloro che:
- ritengono di non conoscere se stessi e i propri bisogni affettivo/relazionali e dunque non sanno comprendere quale partner e quale tipo di relazione potrebbe soddisfarli
- osservano nei loro rapporti affettivi il ripetersi di dinamiche disfunzionali
- alla fine di una relazione sentono di essere senza quel supporto interno che consente di non sentirsi annientati in seguito alla perdita del partner
- hanno difficoltà a distinguere se stessi dal proprio partner e dunque a riconoscere le tre componenti della coppia (Io, Tu, Noi)
- hanno difficoltà ad attivarsi per trovare il partner
Date, orari e sede 5 venerdì: 12 e 26 ottobre, 9 e 23 novembre, 7 dicembre, dalle ore 18.30 alle ore 20.30,
presso la sede di Accademia Europea di Firenze, Viale Spartaco Lavagnini 4, Firenze (www.aefonline.eu, tel 055.244200)
Costo Il costo del gruppo e' di euro 150
Conduce il gruppo Silvia Foschetti, psicologa e psicoterapeuta, iscritta all’albo degli Psicologi della Toscana con il numero 2583
Per informazioni e iscrizioni – silviafoschetti@gmail.com , tel 347 8405232 (preferibilmente negli orari:13.00 - 14.00 e 21.00 - 22.00)
L’attestato di partecipazione, utile per percorsi formativi di Counseling,sarà rilasciato a chi sarà stato presente ad almeno 4 incontri
Argomenti
accettazione,
amore,
autostima,
conflitti di coppia,
coppia,
relazioni affettive
giovedì 2 febbraio 2012
ACT. La terapia dell'azione! di Jolanta Burzynska
Acceptance & Commitment
Therapy (ACT) appartiene al filone delle psicoterapie cognitivo comportamentali
di terza generazione basate su mindfulness.
Le sue componenti esistenziali, spirituali e umanistiche: l’importanza dei valori
per la motivazione al cambiamento, l’enfasi sull’accettazione, sulla
compassione e sull’esperienza qui e ora, le hanno valso l’appellativo di “terapia
umanistica esistenziale cognitivo comportamentale”.
A differenza delle terapie cognitivo comportamentali
tradizionali, ACT non si propone di cambiare direttamente gli eventi
psicologici interni (pensieri, emozioni, ecc.) ma punta a modificare la loro
funzione e il rapporto che la persona ha con essi, usando le strategie come la
defusione cognitiva, l’accettazione e mindfulness.
Lo scopo della terapia è incrementare la flessibilità psicologica
dell’individuo in modo che possa vivere la propria vita in maniera consapevole
secondo i suoi valori, nel momento presente, in contatto con le emozioni e le
sensazioni corporee, malgrado tutte le difficoltà contingenti , o le esperienze
dolorose inevitabili.
La filosofia della scienza alla quale l’ACT si ispira è il contestualismo funzionale e la sua base
teorica poggia sulla Relational FrameTheory (RFT), una moderna teoria sull’analisi
comportamentale del linguaggio e della cognizione. Secondo RFT l’abilità del
linguaggio propria della specie umana è all’origine di due principali fattori psicopatologici: la fusione cognitiva e l’evitamento esperienziale.
Quando la relazione con le proprie esperienze interne è caratterizzata
dalla fusione , cioè identificazione
con i propri pensieri, emozioni , sensazioni, questi vengono percepiti dal paziente come “sintomi”
da evitare o combattere. La fusione cognitiva esprime la tendenza del
linguaggio a dominare il comportamento umano.
L'evitamento esperienziale significa la non disponibilità dell’individuo
a stare in contatto con le proprie esperienze interne. Il paziente giudica come
pericolose o patologiche le proprie emozioni (ansia, paura, rabbia), i propri pensieri (critici, svalutativi) o le sensazioni
corporee (respiro accelerato, sudorazione, arrossamento) e cerca di liberarsene
mettendo in atto varie strategie di controllo, che spesso non fanno che
aumentare la sofferenza. Per esempio nel
Disturbo Ossessivo Compulsivo il
tentativo di controllare i processi cognitivi alimenta l’ansia e la presenza
intrusiva dei pensieri indesiderati.
La restrizione
comportamentale è la conseguenza del evitamento e della fusione. Per non affrontare l’esperienza interna spiacevole l’individuo rinuncia
ai propri obiettivi, al perseguimento dei valori, mentre le opzioni di scelta diventano
sempre più limitate, diminuisce la libertà di decidere e la qualità della vita peggiora
progressivamente.
I processi terapeutici fondamentali dell’ACT:
- 1. Contatto con il momento presente - prestare attenzione consapevolmente alla nostra esperienza qui ed ora, invece di “viaggiare nel tempo” con i pensieri o azionare il pilota automatico
- 2. Defusione – osservare il lavoro della nostra mente “da fuori”, vedere i pensieri per quello che sono: parole o immagini
- 3. Accettazione – fare spazio a sensazioni, sentimenti, emozioni spiacevoli invece di lottarvi contro
- 4. Sé come contesto – quella parte di noi che è consapevole di qualsiasi cosa stiamo pensando, sentendo o facendo in ogni momento; il sé che osserva
- 5. Valori – di cosa vorremmo che fosse fatta la nostra esistenza; le cose che contano veramente; le direzioni che vogliamo dare alla nostra vita
- 6. Azione impegnata – “fare quello che serve”, le azioni necessarie ed efficaci per vivere secondo i nostri valori
Gli strumenti:
ACT è una terapia molto attiva, utilizza nelle sedute numerosi
esercizi esperienziali, metafore, abilità di mindfulness, esposizione, skill
training. Può integrare ogni processo di cambiamento comportamentale preso in prestito da altri approcci, per esempio alcune tecniche gestaltiche, a
condizione che abbiano un razionale all’interno del trattamento.
Il terapeuta adopera le schede, i questionari, i filmati, i
disegni. Deve essere flessibile e dotato di una buona dose di creatività e di
capacità dell’improvvisazione. Al paziente viene richiesto un impegno
consapevole e attivo attraverso esercizi, compiti, esposizioni e “azioni impegnate” da eseguire a casa.
Gli ambiti dell’intervento:
ACT può essere
praticata in setting individuale o in gruppo e può essere applicata
praticamente a ogni tipologia del disturbo, dato che sfrutta i processi naturalmente
presenti in tutti gli esseri umani. Esistono gli studi comprovanti l’efficacia
dell’ACT in molte condizioni cliniche,
come:
·
Fobia Sociale
·
La Depressione Maggiore
·
L’abuso di sostanze
·
Il Disturbo d’Ansia Generalizzato
·
Il Disturbo Ossessivo –Compulsivo
·
Il Disturbo di Personalità Borderline
·
Tricotillomania
·
Il dolore cronico
·
La gestione del diabete
Bibliografia
scientifica:
-Hayes, S.C., Strosahl, K.D., Wilson, K.G.
(1999) Acceptance and commitment therapy: An experiential approach to behaviour
change. New York: Guilford Press
-Bulli, F., Melli,
G.,(a cura di) (2010) Mindfulness&Acceptance in psicoterapia.Firenze:
ECLIPSI
-Russ,H. (2011) Fare
ACT. Milano: FrancoAngeli
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